FORMAZIONE

BRESCIA

SWAT, professionisti del welfare

Contrattuale, negoziale, locale, territoriale, aziendale: definizioni di contenuto

Una delle serie televisive di maggiore successo degli anni Settanta, antesignana delle crime series che oggi occupano stabilmente tanto i canali a pagamento quanto quelli del digitale terrestre, era intitolata SWAT. Probabilmente nemmeno il più “vecchio” di quanti hanno frequentato il percorso di IAL Lombardia per la formazione di Specialisti in Welfare Aziendale e Territoriale [nella foto, Chiara Noseda] avrà associato l’acronimo del corso alle gesta dello Special Weapons Assault Team. Eppure, il tema attorno al quale IAL Lombardia ha strutturato la proposta formativa, concretizzatasi tra aprile e dicembre del 2017 nella sede di Brescia, è stato analizzato, scomposto e studiato in ogni dettaglio con non minore scrupolo.

Non basta dire welfare

A cominciare dal problema della definizione. Se non ci sono dubbi sul sostantivo – l’insieme delle prestazioni in natura e dei benefici monetari volti a rispondere a bisogni di base legati alla famiglia, all’infanzia, all’abitazione e a tutelare i cittadini dall’indigenza e dai rischi derivanti dall’assenza di reddito in caso di malattia, maternità, infortunio, invalidità, disoccupazione e vecchiaia, senza dimenticare altri ambiti di particolare rilevanza sociale, come l’istruzione e la sanità – sono gli aggettivi a creare un vero e proprio corto circuito. Si sente infatti parlare indifferentemente di welfare contrattuale e negoziale, di welfare locale e territoriale, di welfare aziendale e occupazionale. Il problema è che non sono sinonimi. Rispondono a concetti e normative assolutamente diverse che i corsisti – disoccupati diplomati in età compresa tra i 18 e i 35 anni – hanno potuto verificare prima teoricamente e poi nei tirocini messi a loro disposizione.

Vecchio e nuovo welfare

Lavorare sui nodi definitori del fenomeno ha permesso una comprensione più profonda dei contenuti tra vecchio e nuovo welfare: dalla risposta assistenziale al problema della disoccupazione alla gestione dell’Insicurezza occupazionale attraverso formazione e politiche attive per il lavoro, dai bisogni più generici correlati all’avanzare dell’età ad una consapevolezza di condizioni più precisamente individuate che necessitano di interventi molto mirati, da un supporto alla dimensione familiare ad un approccio complessivo alle difficoltà di conciliazione famiglia/lavoro.

Modelli e prospettive di sviluppo

Accompagnati da un network di professionisti esperti in materia, allievi ed allieve del percorso IAL hanno studiato modelli e prospettive di sviluppo dei nuovi sistemi di welfare integrato, hanno preso in esame l’offerta di servizi di welfare per le aziende e i lavoratori, la fiscalità dei benefits per le aziende e i per lavoratori. Di particolare rilievo è stato anche il programma del corso dedicato alle relazioni industriali per il welfare aziendale, alle tecniche di negoziazione, al monitoraggio e alla valutazione dell’efficacia delle soluzioni di welfare. Assai significativo, infine, l’approfondimento di alcuni casi aziendali, non solo nazionali.

Dalle riflessioni condivise dai partecipanti al termine del corso è emersa la consapevolezza delle potenzialità del welfare aziendale, specie se le criticità evidenziate dal lavoro sul campo – prima fra tutte quella della disuguaglianza che si determina tra un lavoratore dipendente che gode del welfare contrattato e lavoratori privi di rappresentanza collettiva – troveranno nella rete territoriale una efficace sussidiarietà tra pubblico e privato. Un orizzonte di intervento che i nuovi specialisti formati da IAL Lombardia potranno presidiare non solo con competenza ma anche con una visione sociale.

Feb 2019

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